Il Fisioterapista è diventata una figura imprescindibile per qualsiasi squadra ed in qualunque sport, perché il suo ruolo lo mette a contatto continuo con gli atleti, permettendogli di conoscere le loro caratteristiche, le loro sensazioni, le loro paure ed i loro sogni. Grazie a questo rapporto quotidiano e continuo, il terapista assume per il giocatore un’importanza unica, in quanto diventa il principale responsabile della sua gestione psico-fisica, essendo anche coadiuvato, in quelle società sportive che hanno la fortuna di avere a disposizione uno staff sanitario completo, dal medico sociale e dal preparatore atletico.
Gli atleti moderni sono chiamati a compiere prestazioni di alto impegno, spesso ai limiti delle loro capacità fisiche, e, conseguentemente, esponendo il loro corpo al rischio di infortuni: questi ultimi, in traumatologia sportiva, possono essere suddivisi in lesioni traumatiche acute e lesioni da sovraccarico funzionale. Nel primo gruppo rientrano le contusioni, le distorsioni, le lussazioni, le lesioni capsulo-legamentose, le lesioni muscolari e la maggior parte delle fratture, mentre del secondo gruppo fanno parte le tendinopatie e le fratture da stress. In ogni caso, durante la partita, o nelle manifestazioni sportive, è fondamentale avere appresso la borsa medica necessaria per il primo soccorso in campo: ghiaccio spray per alleviare le contusioni, ghiaccio istantaneo per una terapia criogenica più duratura, garze sterili per disinfettare eventuali ferite, bendaggi sterilizzati per coprire la testa dove presenti tagli, bende rigide ed elastiche per effettuare bendaggi immediati su infrazioni muscolari o distorsioni articolari nel tentativo di proseguire la gara. In presenza di traumi cranici, traumi toracici o sospetto di frattura ossea, bisogna poi sospendere immediatamente l’attività, chiamare l’ambulanza quando necessario, ed effettuare quanto prima gli esami diagnostici di rito per escludere problematiche più serie: il primo accertamento che viene eseguito è la radiografia (o lastra), in presenza sia di distorsioni, sia di lussazioni, sia di lesioni capsulo-legamentose, che di sospetta frattura da stress, seguita nei giorni successivi e nel caso di infortuni gravi, da una risonanza magnetica, per valutare l’entità della lesione ai danni di legamenti, tendini e capsula articolare; per le lesioni muscolari e le tendinopatie, invece, il primo accertamento diagnostico che viene eseguito è l’ecografia muscolo-tendinea, che può essere seguita da una risonanza nel caso si voglia avere una valutazione più profonda e precisa.
Nei giorni successivi all’infortunio, il protocollo riabilitativo riconosciuto a livello internazionale che il fisioterapista deve utilizzare soprattutto nelle prime 48-72 ore dal trauma è il POLICE: P di protezione (protection) ovvero proteggere la zona infortunata da infezioni esterne, OL di carico ottimale (optimal loading) che ha sostituito il riposo, in quanto una stimolazione progressiva del segmento ne favorisce la guarigione, I di ghiaccio (ice), con cicli di crioterapia di massimo 15 minuti che permettono di regolare l’infiammazione, ridurre il gonfiore e diminuire il dolore, C di compressione (compression), che riduce lo stravaso sanguigno e limita i movimenti articolari esagerati o l’attivazione muscolare dolorosa, E di elevazione (elevation), in quanto tenere alta la gamba o l’arto infortunato facilita il drenaggio linfatico e previene la comparsa di ematoma ed edema. Il percorso riabilitativo può cominciare fin dal giorno successivo al trauma, in cui il fisioterapista abbinerà tra di loro terapia manuale, massoterapia, linfodrenaggio, terapia fisica strumentale (tecar, laser, ultrasioni, elettroterapia, ipertermia, magnetoterapia) ed esercizio funzionale per garantire una corretta guarigione dei tessuti, evitando compensi e complicanze che possono essere poi la causa di ricadute e recidive.
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