Leonardo è un calciatore di ruolo centrocampista, che ha subito qualche mese un’importante distorsione alla caviglia con un interessamento dei legamenti a seguito di un atterraggio sbagliato dopo un salto in alto.
La prima cosa che ha dovuto fare è stata quella di accertarsi che non ci fosse nessun interessamento osseo: per fare questo, è necessario eseguire dei test clinici specifici ed una radiografia. Non appena sono state escluse fratture ossee, e dopo che la risonanza magnetica ha evidenziato una lesione di II° al legamento peroneo-astragalico, abbiamo cominciato immediatamente la fisioterapia.
Il percorso riabilitativo si è suddiviso in tre step:
- Nella prima fase (4°-7° giorno dopo il trauma), ci siamo concentrati sulla riduzione dell’edema e dell’ematoma, in quanto l’articolazione si presentava particolarmente gonfia, attraverso terapie fisica strumentale e terapia manuale; durante gli ultimi giorni ci allenavamo qualche minuto alla cyclette per mantenere attivo il tono muscolare e la resistenza alla fatica, e stimolare il drenaggio.
- Nella seconda fase (8°-15° giorno), abbiamo introdotto manipolazioni articolari in scarico per sbloccare il più possibile l’articolazione; la mobilità della caviglia presentava una rigidità in flessione dorsale, per cui non appena il dolore ce lo ha permesso, abbiamo cominciato con le manipolazioni articolari in carico. Contemporaneamente è iniziato il percorso di rinforzo sia della muscolatura, con stimoli a resistenza elastica, che delle capacità propriocettive, attraverso esercizi specifici in carico su superfici instabili; durante gli ultimi giorni abbiamo basato gli ultimi minuti della terapia a migliorare la resistenza fisica e la sensibilità alla caviglia con corsa specifica sul tapis roulant.
- Nella terza ed ultima fase (16°-27° giorno), la fisioterapia si è basata interamente sull’aumento dei carichi di lavoro (esercizi in piedi usando manubri e kettlebell), sull’introduzione di esercizi sport specifici (salti/atterraggi su tappeto instabile, cambi di direzione e lavori specifici col pallone) e sul miglioramento delle capacità propriocettive (attraverso il biofeedback visivo durante il carico monopodalico su una tavoletta specifica), fino al ritorno in campo, cominciato comunque durante il 22° giorno dopo l’infortunio.
Grazie agli esercizi a carico progressivo eseguiti fin dai primi giorni dopo l’infortunio, la caviglia è rimasta sempre attiva senza che perdesse né troppa forza né troppa stabilità, permettendo a Leonardo di tornare a giocare una partita dopo neanche un mese di distanza dalla distorsione.
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Bibliografia di riferimento: